Convegno "Sport è ancora palestra di vita ?"

Aia ConeglianoL'Associazione Italiana Arbitri, Sezione di Conegliano "Dino Battistella" organizza il Convegno sul tema "SPORT: è ancora palestra di Vita ?" il giorno 15 aprile 2013 a partire dalle ore 20.00 presso il Teatro Accademia, in Piazza Sima a Conegliano (Tv). Moderatore dell'incontro sarà Giovanni Bruno (Direttore Editoriale Progetti SPeciali Sky SPort). In qualità di relatori interverranno: Luigi Di Biagio (CT Nazionale Italiana Under 20 già calciatore Roma, Inter), Gianluca Rocchi (Arbitro Internazionale, Olimpic Games Londo 2012), Kristian Ghedina (Sciatore, Record-man Italiano di Discesa Libera), Daniele Molmenti (Canoista, Campione Olimpico London 2012), Antonio Pavanello (Rugbista, Nazionale Italiana e Capitano Benetton Rugby), Eros Poli (Ciclista, Campione Olimpico Los Angeles 1984) e Federico Colbertaldo (Nuotatore, Primatista Europeo 800m Stile libero).
Mediante lo sport si instaurano rapporti amichevoli e cordiali con altre persone.Come tale lo sport fu inteso da Pierre de Coubertin ed è per questo motivo che mise in stretta correlazione il suo sviluppo con la crescita e l'educazione dei giovani.Nella sua trilogia "L'educazione dei giovani nel XX secolo" inizia le sue riflessioni partendo dall'educazione del fisico, passando per l'educazione intellettuale e terminando con l'educazione morale e con il rispetto reciproco.Visto che tutto dovrebbe basarsi sull'estrapolare in modo naturale dal proprio fisico e dalla propria mente la massima concentrazione, il massimo sforzo senza "aiuti" esterni (doping, corruzione, scorrettezze di varia natura), lo sport può essere, a buon diritto, definito "palestra di vita", perchè certe caratteristiche che la disciplina sportiva, intesa proprio come buon comportamento nell'agonismo, riesce a trasmettere (spirito di sacrificio per una causa collettiva negli sport di squadra, la forza di volontà, pur nella fatica, di conquistare il successo personale, negli sport individuali), possono aiutare l'individuo ad affrontare con lo stesso spirito forte, tenace, determinato, le difficoltà che la vita, lavorativa, familiare, sociale in genere, gli porrà davanti. Oggi possiamo dire che tutto ciò vale ancora?Oppure dobbiamo prendere atto che gli equilibri si sono ribaltati: è la società con i suoi sotterfugi, gli imbrogli quotidiani, le "scorciatoie" in tutti i campi, che sta corrompendo anche i valori fondanti dello sport ?